L’Autorità dei trasporti non viene alla luce

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Nessuna nuova notizia sulla composizione e l’istituzione effettiva della nuova Autorità dei trasporti

 

Questa è forse la pagina più triste di questo travagliato momento della politica italiana, quella che dipinge meglio il distacco tra ciò che serve al Paese e quello che occupa la mente dei partiti. Infatti, nonostante la prospettiva difficile del trasporto pubblico nazionale e regionale e l’urgenza di mettere finalmente in funzione un indispensabile strumento di regolazione, prima che la scarsezza delle risorse finanziarie porti ai tagli indiscriminati dei servizi, i partiti si sono bloccati con veti incrociati.

E la materia del contendere non è sui poteri dell’Autorità, non sul perimetro delle sue competenze, non sulle risorse finanziarie e umane su cui potrà contare, non sui rapporti che dovrà avere con gli altri poteri dello Stato, insomma sulle modalità per far operare al meglio questo organismo, ma sui nomi dei commissari. O, forse, sul nome di un candidato commissario ultrasettantenne che non vuole saperne di uscire di scena nonostante una eterna carriera all’interno delle istituzioni e le notizie di stampa che lo hanno accostato a vicende poco limpide.

Mentre questa diatriba si dipana gli italiani aspettano, i pendolari si disperano, i sindaci protestano.  Mentre ne approfittano gli operatori del settori contrari all’introduzione di nuove regole che favoriscano un’effettiva concorrenza e la tutela degli utenti. E lo faranno per molto tempo perché nei calendari della Camera e del Senato (che devono convocarsi per il parere sulle nomine) non c’è traccia di sedute dedicate a questo argomento. 

19 novembre 2012