Cucina italiana, un patrimonio troppo “caro”

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cucina italiana unesco

COMUNICATO STAMPA

22 settembre 2025

 

 

Cucina Italiana candidata a Patrimonio Unesco, Assoutenti: ma prezzi cibi e bevande sempre più alle stelle. Famiglie tagliano acquisti alimentari del -6,5%

 

Per alimentari rincari medi del 30% dal 2019, e nel 2025 listini in forte rialzo per moltissimi prodotti

 

 

Bene le iniziative come “Il pranzo della domenica” a sostegno della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco, messe in campo in questi giorni in tutta Italia per valorizzare la tradizione culinaria del nostro Paese, ma al contempo occorre ricordare come il pranzo della domenica, ma anche quello di tutti gli altri giorni della settimana, sia sempre più costoso per le famiglie, al punto da spingerle e tagliare le quantità di cibi e bevande a tavola. Lo afferma Assoutenti, che sottolinea i rincari record che si stanno abbattendo sulla spesa alimentare degli italiani.

Dal 2019 al 2025 i listini di alimenti e bevande analcoliche sono rincarati in Italia in media del 30%, e nello stesso periodo le vendite alimentari sono crollate in volume del -6,5%, proprio a causa dei continui rincari che hanno spinto gli italiani a tagliare la spesa – spiega Assoutenti – Aumenti che proseguono anche nel 2025: in base ai dati Istat ad agosto i listini del comparto alimentare si sono impennati del +4% su anno, con punte del +5,6% per gli alimentari non lavorati. In termini di spesa, ciò equivale ad un aggravio da +366 euro annui per una famiglia con due figli, mentre se si considera la generalità dei consumatori, la stangata alimentare complessiva raggiunge in Italia i 6,5 miliardi di euro su base annua.

Alcuni beni di largo consumo registrano un trend allarmante – analizza Assoutenti – Solo nell’ultimo mese il prezzo del burro è rincarato in media del +15,1% su anno, la frutta fresca del +8,8% con punte del 14,8% per pesche e nettarine, la carne bovina del +6,8%, formaggi e latticini salgono del +6,6%, le uova segnano un +7%, i pomodori +13,6%, per non parlare di cioccolato (+12,6%), caffè (+22,6%) e cacao (+24,5%).

“Se da un lato è giusto valorizzare la cucina italiana con iniziative come “Il pranzo della domenica”, dall’altro vorremmo vedere lo stesso impegno da parte del governo nel contrastare i rincari dei prezzi nel settore alimentare, perché si tratta di beni primari di cui i cittadini non possono fare a meno, i cui aumenti incidono sulla capacità di spesa delle famiglie erodendo i redditi e cambiando profondamente le abitudini degli italiani” – conclude il presidente Gabriele Melluso.

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