Sicurezza alimentare: ecco la blacklist dei cibi più pericolosi

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In materia di sicurezza alimentare, nel 2020 l’Italia ha inviato all’Unione europea 297 segnalazioni di alimenti contaminati, quasi una al giorno. In otto casi su dieci hanno riguardato prodotti importati da Paesi dove non vengono rispettati i nostri standard di sicurezza e controllo.

A stilare la “lista nera” è stata Coldiretti.

  • In cima alla classifica ci sono i semi di sesamo che si utilizzano come guarnizione nelle insalatone o nei roll di sushi. Quelli provenienti dall’India spesso contengono ossido di etilene, registrato in 296 casi.
  • A seguire la carne di pollo della Polonia perché portatrice di salmonella con 273 segnalazioni.
  • Ben 190 situazioni di non conformità per frutta e verdura della Turchia per presenza di pesticidi.
  • Allarme anche per il pepe nero che arriva dal Brasile e per le aflatossine presenti nella frutta secca turca, nei fichi e nei pistacchi e nelle arachidi provenienti da Turchia, Usa, Iran, Argentina.
  • Infine, una menzione per le ostriche francesi con 22 segnalazioni per presenza di Norovirus.

I CIBI PIU’ PERICOLOSI                         PAESE                      MOTIVAZIONE

  • semi di sesamo (296 casi)                     India                          Ossido di etilene
  • carne di pollo (273)                                 Polonia                     Salmonella
  • frutta e verdura (190)                            Turchia                      Pesticidi
  • pepe nero (61)                                            Brasile                       Salmonella
  • fichi secchi (58)                                          Turchia                      Aflatossine
  • arachidi (49)                                                Usa                             Aflatossine
  • Pistacchi (39)                                              Turchia                      Aflatossine
  • Ostriche (33)                                               Francia                      Norovirus
  • Pistacchi (29)                                              Iran                             Aflatossine
  • Arachidi (29)                                               Argentina                 Aflatossine

Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto Rassf 2021

 

I rischi: gastroenteriti e tumori

«Chi dovesse consumare i prodotti indicati nella black list potrebbe manifestare problemi gastro intestinali acuti a causa della salmonella o del norovirus, mentre nel caso di prodotti contaminati con aflatossine, residui di pesticidi o ossido di etilene si andrebbe a generare un accumulo di sostanze velenose nell’organismo che, a lungo andare, con un comportamento reiterato, potrebbe far insorgere delle patologie cancerogene», ha sottolineato Lorenzo Bazzana, responsabile area economica Coldiretti.

I Paesi coinvolti

Delle 297 notifiche inviate all’Unione Europea durante il 2020, solo 56 (19%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, mentre 160 provenivano da altri Stati dell’Unione Europea (54%) e 81 da Paesi extracomunitari (27%). In generale in testa alla classifica dei Paesi dai quali giungono in Italia i cibi più contaminati ci sono l’India, responsabile del 12% degli allarmi alimentari scattati in Europa, la Turchia con il 10% e la Polonia (10%) ma è la presenza di paesi come Francia (6%), dall’Olanda (6%) e Cina (6%) a destare preoccupazione: non si tratta quindi di un trend dei Paesi in via di sviluppo, ma anche di quelli più ricchi.

Le soluzioni

Nella maggior parte dei casi, stiamo parlando di cibi pericolosi per la salute perché provenienti da Paesi che hanno standard di sicurezza notevolmente più bassi rispetto ai nostri. Per questo, secondo quanto emerso da un sondaggio del Censis, l’87% degli italiani sarebbe d’accordo con un divieto di ingresso nei mercati nazionali di prodotti originari da Paesi privi di “regole sociali, di sicurezza e sanitarie analoghe a quelle italiane e della UE”.

Ricorda: leggi sempre l’etichetta!

Per ora, comunque, è importante sapersi tutelare. In questo senso fai attenzione alle etichette, impara a leggerle: solo così potrai regolarti al meglio. L’etichetta è la “carta d’identità” di un prodotto. Quelle più complete garantiscono una migliore conoscenza del prodotto: trasparenza del marchio, processo produttivo, luogo di produzione e caratteristiche. Diffida di quelli con scritte minuscole o poco chiare o sono prive delle indicazioni d’origine.