Assemblea Ania: no al festival dell’ipocrisia. Subito una riforma seria della RC auto

2026

Subito una riforma seria della RC auto e dei contratti assicurativi: più concorrenza, più diritti, più sicurezza

Anche nella dolorosa tempesta dell’epidemia l’ANIA non perde purtroppo l’occasione per mescolare le carte.

Chiariamo subito. Nel 2019 i bilanci delle compagnie di assicurazione sono floridissimi e nel 2020, a fronte di una minore raccolta premi nel comparto vita e danni si registrerà, come è ovvio, un aumento esponenziale del rapporto sinistri/premi dovuto alla minore frequenza complessiva degli eventi risarcibili o indennizzabili.

In buona sostanza vi sarà un’ottima redditività dei premi raccolti consentendo al settore di uscire benissimo dalla crisi pandemica.

Oggi l’assemblea annuale di ANIA era l’occasione giusta per un settore, quale quello assicurativo, del tutto anticiclico rispetto all’attuale crisi, per fare una operazione “simpatia” per il futuro, per cercare di risolvere gli annosi problemi della sotto assicurazione degli italiani, soprattutto nel settore danni, per proteggere al meglio un bene come la casa, per esempio, ma anche per implementare prodotti seri e privi di rischio per alimentare la previdenza complementare.

Niente di tutto questo, anzi pare del tutto fuori luogo, per non dire grottesco, da parte della Presidente Farina chiedere ancora, come un disco rotto, la riduzione dei risarcimenti dei sinistri per chi ha subito lesioni gravi o gravissime quando, nella RC auto, nel 2019 sono stati contabilizzati 645 milioni di EURO di profitti e la legge sulla concorrenza e numerose conferme giurisprudenziali hanno fissato che tali valori devono essere basati sulle cosiddette Tabelle Milanesi.

Ma ancora pare grottesco osservare un parere dell’ANIA contrario a riconoscere il costo, peraltro modesto, della sanificazione dei veicoli in uscita dalle carrozzerie quale voce di danno conseguente al sinistro.

Con queste piccole micragnosità si gioca la reputazione e la credibilità di un comparto che raccoglie 140 miliardi di premi perché ANIA sostanzialmente invita le imprese associate a mettere a rischio la salute dei loro clienti per pochi EURO in un periodo di grave recrudescenza del virus.

In merito al problema truffe, sempre purtroppo di moda, se ANIA vuole seriamente debellarle combatta a tutto campo anche con le associazioni dei consumatori e contro chiunque le commetta.

Quindi anche contro le compagnie che alla fine, e solo dopo iter lunghi e tortuosi, devono pagare con ritardi siderali molti “falsi positivi” ovvero sinistri che truffe non erano ma solo errori derivanti da maliziose ed errate letture dei “big data”.

ANIA avrebbe potuto fare propria la battaglia dei consumatori perché le Forze dell’Ordine, le ASL ed il Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (rappresentato nelle regioni dalle specifiche agenzie) denuncino ed accompagnino alla regolarità o alla chiusura, le troppe officine che non adempiono ai 64 adempimenti dovuti con il solo risultato di inquinare l’ambiente, non rispettare i propri lavoratori, fornire un servizio non garantibile, operando in regime di concorrenza sleale nei confronti di quanti rispettano le regole. 

Solo così, puntando il dito su ogni stortura, le proprie prima che quelle altrui, quelle cioè di talune compagnie assicuratrici che ANIA rappresenta, potranno sostenere di combattere veramente “le truffe”. 

Si apra dunque una nuova era di correttezza. È necessario inoltre che ANIA assuma un ruolo etico favorendo più concorrenza, più diritti, più sicurezza nel mercato favorendo la reale indipendenza dei propri collaboratori (periti, agenti, medici e carrozzieri) oggi al contrario costretti ad obbedire pedissequamente a direttive direzionali che contrastano palesemente con i codici deontologici delle professioni di riferimento.

“ll mercato assicurativo ha giovato dell’assenza di sinistri consolidando il suo assetto non concorrenziale e maturando utili da capogiro” ha dichiarato Furio Truzzi, presidente nazionale di Assoutenti, aggiungendo che “va subito introdotta la norma sulla portabilità dei certificati assicurativi e attivate le disposizioni necessarie perché possano agevolare l’immediato smaltimento del contenzioso RC auto. È necessario liberare i tribunali da decine di migliaia di cause pendenti e soddisfare i diritti dei danneggiati che da troppo attendono un equo risarcimento”.

 “E’ ora di depurare i contratti da clausole vessatorie e complesse che comprimono i diritti degli assicurati nella loro debole veste di danneggiati: questa è stata una delle conseguenze distorsive del cosiddetto risarcimento diretto” ha aggiunto Sonia Monteleone, responsabile settore assicurativo Movimento Consumatori, “il semplice diritto di scelta del riparatore di fiducia, sancito dalla legge, sia profondamente minato da informazioni errate date dalle compagnie assicuratrici”.

MERCATO ASSICURATIVO:
LE PROPOSTE DI ASSOUTENTI E MOVIMENTO CONSUMATORI

  1. Portabilità certificato assicurativo (sul modello di quanto già accade nella telefonia), per ridurre i premi, visto l’ampio utile di cui godono le compagnie.
  2. Credito di imposta per chiusura di posizioni radicate in giudizio: concedere al debitore, in questo caso le assicurazioni, un credito di imposta direttamente proporzionale all’importo da risarcire e inversamente proporzionale al livello di radicamento in giudizio con lo scopo di liberare i tribunali da centinaia di migliaia di cause civili pendenti. 
  3. Riduzione dei termini per la risposta ai reclami da 45 giorni a 20 giorni. Le compagnie assicuratrici in tale periodo hanno assolutamente tempo e personale per rispondere nei termini di legge 
  4. Divieto dell’uso di strumenti quali cassa integrazione e ferie anticipate. Le compagnie assicuratrici hanno raccolto premi per pagare sinistri e i dipendenti. L’assenza di nuovi eventi non può essere usata quale strumento di risparmio del personale per rallentare i risarcimenti in essere. I sindacati e il governo devono monitorare comportamenti che generano tattiche dilatorie. 
  5. Inasprimento delle sanzioni, fino alla revoca dell’autorizzazione, all’attività assicurativa alle assicurazioni che non si sono ancora adeguate a fornire chiare informative pre-contrattuali. È noto che molte compagnie ancor oggi non hanno semplificato i contratti, le informative, lasciando ancora gli assicurati in una giungla di clausole difficilmente comprensibili e spesso vessatorie. 
  6. Accorciamento termini di legge e sanzioni: per le pratiche già istruite e mature per la liquidazione non vi devono essere dilazioni termini di pagamento o mancate sanzioni da parte dell’Organismo di Vigilanza.
  7. Eliminazione delle clausole limitative del risarcimento integrale, per evitare che la vittima di un incidente subisca indebite decurtazioni del danno. 
  8. Il contratto base per consentire finalmente ai consumatori di comparare le offerte per la sola RC auto. 
  9. Misure atte ad incentivare l’introduzione di operatori esteri così da incentivare la concorrenza. 
  10. Rottamazione del risarcimento diretto e ritorno ad un sistema di responsabilità civile pura, dove “chi rompe paga” e chi paga possa accertare con scrupolo il danno. 
  11. Riparazioni a regola d’arte ripartendo dalla norma della Legge sulla Concorrenza che prevedeva la costituzione di un tavolo tra ANIA, Riparatori e Consumatori. 
  12. Scatola nera: è necessario mettere mano a tutto l’impianto normativo che ne regola l’utilizzo per evitare che lo strumento, nato con finalità antifrode, venga utilizzato con finalità di pricing. 
  13. Riforma Autorità di Vigilanza: è anomalo aver passato le competenze in materia di assicurazioni alla Banca d’Italia. Occorre ripristinare il controllo del Parlamento, con rigorose procedure di selezione, nella nomina dei quadri apicali.