Anche il colosso Apple ha dovuto capitolare…

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 Un’ottima notizia… Ma la strada per la piena affermazione dei diritti dei consumatori è ancora lunga e tortuosa…

 

Nel dicembre del 2011 l’Autorità garante della concorrenza deliberava una multa di 900 euro a carico del gruppo Apple perché non rispettava i diritti dei consumatori durante il periodo di garanzia legale. “Troppo poco” dicevano i pessimisti “una sanzione è così bassa può fare solo il solletico ad un gigante come la Apple…”. Ed invece a distanza di un anno, dopo che il Tar ha respinto il ricorso della società ed un ulteriore sanzione dell’Antitrust di 200.000 euro, Apple si è finalmente adeguata alla normativa italiana . Una bella notizia, senza dubbio, che conforta i consumatori e le associazioni che si sono impegnate a lungo nella lotta alle pratiche commerciali scorrette. Purtroppo ci sono tuttora situazioni poco chiare nel rapporto tra le diverse Autorithies, evidenziati dalla recentissima sentenza del Tar che ha annullato una sanzione nei confronti di una società di assicurazione . Se tale indirizzo venisse confermato, avremmo un pericoloso ridimensionamento delle competenze dell’Antitrust anche in altri importanti settori, come quello dell’energia, dei trasporti etc e sarebbe molto concreto il rischio di disperdere quel patrimonio di regole e principi sui diritti degli utenti faticosamente affermati in 20 anni di paziente attività del Garante della concorrenza.

Non sappiamo se la soluzione vada ricercata nei protocolli d’intesa bilaterali (come quelli stipulati dall’ Antitrust con AEEG e Banca d’Italia ) o multilaterali (come prospettato, sulla base dell’esperienza europea, dal 5° rapporto Consumer’s forum ) oppure sia necessario un intervento chiarificatore da parte del futuro Parlamento che ponga al centro il puntuale rispetto della normativa comunitaria per la repressione delle pratiche commerciali scorrette ai danni del consumatore, ancor oggi purtroppo diffusissime.

Prendiamo ad esempio le telecomunicazioni, dove si continuano a registrare conflitti tra l’Autorità garante della concorrenza e quella delle comunicazioni in ordine ad alcune pratiche scorrette commesse di recente da operatori del settore (vedi tra gli altri i casi David 2 e Buongiorno , sui quali il giudice amministrativo si è riservato di decidere, sospendendo intanto le sanzioni dell’Antitrust) mentre il Tar continua ad annullare sanzioni decise negli anni scorsi dall’Antitrust per comportamenti scorretti delle aziende (vedi il caso delle sim con servizi preimpostati ). Non si può accettare che una legittima rivendicazione di competenza da parte di un’Autorità determini, di fatto, l’impunità dei comportamenti gravemente scorretti messi in atto dalle aziende a danno degli utenti (specie quelli meno provveduti). Le domande che poniano ai vertici dell’Autorità garante delle comunicazioni sono semplici: quelle iniziative commerciali sopra citate, volte a promuovere concorsi a premio ingannevoli o a fornire informazioni parziali agli utenti sono legittime o no? Quali nuove misure organizzative sono state assunte per monitorare le pratiche scorrette nel settore delle telecomunicazioni? E se il codice del consumo è giudicato insufficiente per contrastare tali condotte, perché non procedere subito ad una seria revisione delle discipline settoriali, a partire da quella sui contratti a distanza , superando le resistenze dei gestori telefonici all’introduzione di nuove regole a tutela dei consumatori?  Ci attendiamo una risposta chiara nei prossimi mesi, in termini sia di aggiornamento delle normative sui diritti degli utenti, sia di sanzioni realmente deterrenti a carico degli operatori più spregiudicati.

marzo 2013