#SalvaMedici, RCI contro ddl in discussione al Senato

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I cittadini dovranno dimostrare la colpa del medico che ha sbagliato!

E’ in discussione al Senato dopo la Camera il ddl N2224 da noi ribattezzato #SalvaMedici. Le norme che si vanno ad introdurre non tutelano i medici coscienziosi, tutelano i medici che commettono gravissimi errori.

Si può comprendere che il relatore della legge già Presidente della FNOM, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, come già il relatore alla Camera l’On.le Gelli, anch’esso appartenente alla classe medica, rischiano di avere durante i lavori parlamentari una visione difensiva della legge, ma il Parlamento è chiamato a fare leggi non a favorire lobbies, ma la tutela generale del cittadino.

Oltre a rilevare un’evidente conflittualità di interesse, a questo punto riteniamo che non ci possa essere la serenità per garantire una vera riforma della responsabilità medico professionale, di cui pur si avrebbe una grande necessità, ma soprattutto per recuperare il necessario rapporto medico-paziente, già segnato dalle troppe disfunzioni di sistema e dalla lenta e inesorabile discesa della qualità formativa e accademica delle nostre università. Proprio a causa delle disfunzioni di sistema, che stanno generando sempre più una perdita del valore professionale e della qualità in genere, oltre che a posizioni difensive da ambo i lati, paziente e medico, che necessariamente portano ad un allontanamento.

Dalla nostra esperienza (anche se potrebbe apparire troppo sbilanciata a favore del cittadino), riteniamo che questo DdL sia allo stesso tempo eccessivamente pro categoria ed eccessivamente contro i cittadini. Sembrerebbe oggettivamente una legge per gli ordini, e il rischio più evidente se venisse approvata, è che nessuna responsabilità sia di natura civile che di natura penale, potrà essere più accollata all’operatore sanitario che commette gravissimi errori.

In conclusione

1. Questa legge aggraverà i costi per le strutture sanitarie

2. Aumenterà il conflitto con grave perdita di fiducia del cittadino

3. Spinge verso la privatizzazione del rapporto in quanto il cittadino (sempre che possa permetterselo) sarà orientato a scegliersi privatamente un medico con cui ha un rapporto fiduciario. In questo modo si dà l’ultima mazzata al principio universalistico che ispirava il SSN della L.833/78.

4. Aumenterà la medicina difensiva: gli operatori saranno ulteriormente spinti a seguire pedissequamente linee guida cavillose ed obsolete, con previsione di esami inutili e dannosi.

5. Nessuna responsabilità potrà essere dichiarata nei confronti del sanitario

6. I risarcimenti, quando ottenuti, saranno irrisori

7. Si metterà in moto una richiesta estensiva di questa deregulation da parte di tutte le categorie di professionisti

8. Lo Stato si priva del potere di regolare una materia mettendola in mano a soggetti privati privi di adeguate garanzie di imparzialità ed in evidente posizione di conflitto d’interessi.

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