Orari degli uffici postali a vocazione turistica

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Le osservazioni di Assoutenti sulla delibera dell’AGCom

 

L’Autorità per le comunicazioni ha opportunamente deciso di aprire un procedimento istruttorio perrivedere la materia della chiusura estiva degli uffici postali.

I criteri indicati attualmente dal DM 22-6-2007 per la chiusura estiva di uffici postali fanno riferimento, tra l’altro, alla prevalente vocazione turistica dei Comuni per stabilire la possibilità o meno di chiudere o di ridurre gli orari di apertura degli uffici postali e prevedono:

·         divieto di applicare riduzioni giornaliere o orarie nei Comuni con popolazione uguale o inferiore ai 5.000 abitanti con un solo Ufficio Postale;

·         divieto di riduzioni giornaliere e orarie se ad almeno 10 km di distanza non c’è un ufficio postale regolarmente aperto e collegato con il trasporto pubblico;

·         riduzioni giornaliere e orarie che non prevedono aperture inferiori a 3 giorni e a 18 ore settimanali;

·         divieto di riduzione giornaliera ed oraria di apertura al pubblico degli sportelli degli uffici postali nei Comuni a prevalente vocazione turistica, ma possibilità di orari ampliati, d’intesa con i sindaci.

L’Agcom prevede di introdurre, accanto al criterio della vocazione turistica astrattamente intesa, ai fini delle rimodulazioni giornaliere ed orarie degli uffici postali durante il periodo estivo, nuovi criteri oggettivi, agevolmente verificabili, da applicarsi congiuntamente agli altri.

Il primo criterio è rappresentato dalla verifica della effettiva ricettività turistica dei comuni in cui si può mantenere, ed eventualmente incrementare, durante il periodo estivo, il servizio postale in virtù della vocazione turistica del luogo. Sotto questo profilo verrebbe valutato il numero di posti letto disponibili (alberghi, campeggi e altre strutture recettive) significativamente superiore rispetto alla popolazione residente nei comuni interessati, sulla base di dati oggettivi (ad esempio, dati ISTAT).

Secondo Assoutenti questo criterio, che era l’unico sostanzialmente utilizzato in passato, potrebbe portare a soluzioni errate se non fosse assunto insieme al secondo e più efficace criterio, che è quello della effettiva invarianza o dell'aumento delle operazioni postali (oggi tutte elettronicamente tracciate) nel periodo estivo rispetto ai restanti mesi sulla base dei dati oggettivamente registrati nell'anno precedente. Non sempre infatti la ricettività alberghiera viene utilizzata nei periodi estivi.

Si può considerare, quindi, che il secondo criterio potrebbe bastare da solo, in futuro e dopo una sperimentazione di qualche anno della applicazione congiunta dei criteri, per una misurazione appropriata della rimodulazione dei servizi.

Esiste inoltre una ulteriore valutazione da prendere in considerazione e consiste nel valutare caso per caso, da un punto di vista logistico, i riflessi che la chiusura di uno specifico ufficio postale nei periodi estivi può determinare in termini di disagio e costi per l’utenza. Infatti diversa cosa è chiudere l’ufficio di un quartiere di una città, lasciando aperto quello dei quartieri limitrofi, dal chiudere l’unico ufficio di un piccolo comune o frazione e costringere l’utenza a raggiungere un altro comune distante alcuni chilometri, magari non assistito da un efficiente servizio pubblico di trasporto di andata e ritorno coordinato con gli orari di apertura dell’ufficio postale. E ancora diversi sono i costi ed i tempi di percorrenza delle distanze (una cosa sono 10 KM di treno da quelli in  Autostrada  e altro ancora 10 KM di una frazione di montagna o di Costiera amalfitana)

Pertanto si propone da parte di Assoutenti, accanto alla definizioni di precisi obblighi di informazione tempestiva all’utenza, di aggiungere un terzo criterio, di tipo logistico e di valutazione del disagio oggettivo, da prendere in considerazione prima di chiudere uffici postali dei piccoli centri, comuni e frazioni, nei periodi estivi.

Con la delibera n. 293/13 del 16 aprile 2013 l’Agcom accogliendo, anche se solo in parte, le aspettative dell’utenza, ha deciso di integrare il criterio della “prevalente vocazione turistica” con criteri più obiettivi quali la effettiva ricettività turistica registrata dall’ISTAT (da intendersi come il rapporto, pari almeno al 20%, tra i posti letto disponibili e la popolazione residente nei Comuni interessati) e, assai più incisivo e auspicato da Assoutenti,  l’invarianza o l’aumento delle operazioni postali nel periodo estivo rispetto ai restanti mesi sulla base dei dati registrati nell’anno precedente. Quest’ultimo dato, tuttavia, appare inquinato da quanto avvenuto l’ultimo anno in base alla applicazione del vecchio regime normativo sulle chiusure. Infatti difficilmente potrà risultare misurabile il trend del flusso di operazioni di uffici che negli ultimi anni restavano chiusi in base alla mera “vocazione turistica”. Insomma ci vorrà del tempo per una realistica stabilizzazione nell’uso dei nuovi criteri. Non è stato preso in considerazione, invece, un criterio assai importante per l’utenza, che è quello di una misurazione del disagio in termini di distanza, di tempo e di disponibilità di servizi pubblici di trasporto per raggiungere uffici alternativi a quelli chiusi.

Torneremo ad occuparcene l’estate prossima in base ai reclami dell’utenza, anche questo un dato oggettivo da valutare.

29 marzo 2013 (aggiornamento del 22 aprile 2013)