Il 29,2% degli studenti minorenni ha provato il gioco d’azzardo almeno una volta, il 3% ha un comportamento di gioco problematico e il 3,5% è a tutti gli effetti un giocatore a rischio.
Questi gli allarmanti dati sul gioco d’azzardo emersi nel corso convegno ‘Quando il gioco diventa malattia‘ organizzato da Assoutenti e svoltosi on line con la partecipazione del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss e dell’Associazione ALEA.
Nel nostro paese oltre 670mila minorenni ha già giocato almeno una volta; circa 69mila studenti rientrano nella categoria di “giocatore problematico”, ossia ha sviluppato un comportamento di gioco d’azzardo che sta compromettendo le relazioni con gli altri e il rendimento scolastico, mentre il 3,5% è un “giocatore a rischio”. La maggiore incidenza del comportamento problematico di gioco si registra tra gli studenti di sesso maschile, 5,3% contro lo 0,6% delle ragazze, e nelle regioni del sud Italia (4,4% contro l’1,8% del nord-est).
Ma a cosa giocano i giovani in Italia? In testa alle preferenze degli studenti con problemi di gioco d’azzardo troviamo le scommesse sportive (50,1%), giochi a base sportiva (21,9%), Lotto e Lotterie ad esito differito (21,6%) e scommesse virtuali (16,4%) e slot machine (15,4%).
Il 45,7% dei baby-giocatori problematici inizia a giocare per curiosità, il 38,6% per divertimento, il 5,4% per noia.
L’emergenza Covid ha avuto il suo ruolo nella crescita del gioco d’azzardo in Italia: se infatti le giocate sono diminuite durante il lockdown, una volta terminate le restrizioni i cittadini hanno ripreso a giocare, e il tempo mediano dedicato al gioco è aumentato di quasi un’ora. Inoltre, l’1,1% di coloro che hanno dichiarato di non aver giocato prima della pandemia ha ammesso di aver iniziato a giocare proprio nel periodo di totale restrizione.
Al convegno è intervenuto anche il rappresentante di Alea, Maurizio Fiasco, che ha sollevato la questione della convergenza del gambling con il gaming. Nel primo, cioè nel gioco d’azzardo digitale, il denaro è lo scopo del gioco. Nel secondo, ovvero nel video gioco interattivo, il denaro è il mezzo per giocare. Ma le procedure di induzione alla dipendenza patologica sono assai simili.
A sostegno degli studenti che presentano problemi col gioco è stato istituito il Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo (TVNGA) – 800558822 messo a disposizione dall’Iss, che fornisce assistenza e sostegno per aiutare i giovani ad uscire dalla piaga delle problematiche legate al gioco d’azzardo.
Di seguito il nostro comunicato stampa👇
COMUNICATO STAMPA
24 marzo 2021
Gioco d’azzardo: al convegno di Assoutenti un focus sull’indagine dell’ISS secondo la quale il 29,2% degli studenti minorenni ha giocato almeno
una volta e il 3% ha un comportamento di gioco problematico
Scommesse sportive e online in testa alle preferenze dei giovani giocatori, ma crescono slot machine e lotterie sul web
In Italia il 40% di tutti i giocatori problematici inizia a giocare tra i 9 e i 12 anni. Al sud l’incidenza maggiore
Nel corso del convegno ‘Quando il gioco diventa malattia‘ organizzato da Assoutenti e svoltosi on line con la partecipazione del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss e dell’Associazione ALEA, sono stati commentati i preoccupanti dati dell’indagine nazionale sul gioco d’azzardo realizzata dall’Iss, da cui emerge come il 29,2% degli studenti minorenni del nostro paese, oltre 670mila ragazzi, abbia giocato almeno una volta, di questi il 3% (circa 69mila studenti) rientra nella categoria di “giocatore problematico”, ossia ha sviluppato un comportamento di gioco che sta compromettendo le relazioni con gli altri e il rendimento scolastico, mentre il 3,5% è un “giocatore a rischio”.
La maggiore incidenza del comportamento problematico di gioco si registra tra gli studenti di sesso maschile, 5,3% contro lo 0,6% delle ragazze, e nelle regioni del sud Italia (4,4% contro l’1,8% del nord-est).
In testa alle preferenze degli studenti con problemi di gioco d’azzardo troviamo le scommesse sportive (50,1%), giochi a base sportiva (21,9%), Lotto e Lotterie ad esito differito (21,6%) e scommesse virtuali (16,4%) e slot machine (15,4%).
Il 45,7% dei baby-giocatori problematici inizia a giocare per curiosità, il 38,6% per divertimento, il 5,4% per noia.
Durante il convegno organizzato da Assoutenti è stato citato anche il dato sui minorenni, contenuto nel focus dell’Iss: il 40% dei giocatori problematici italiani inizia a giocare proprio tra i 9 e i 12 anni, sviluppando comportamenti che proseguiranno nell’età adulta.
La pandemia Covid19, inoltre, secondo l’ultima indagine dell’ISS – sebbene abbia contribuito a far diminuire il gioco durante il lockdown – ha in realtà provocato un’impennata appena si sono allentate le restrizioni: tra i giocatori il tempo mediano dedicato al gioco è aumentato di quasi un’ora. Inoltre, l’1,1% di coloro che hanno dichiarato di non aver giocato prima della pandemia ha ammesso di aver iniziato a giocare proprio nel periodo di totale restrizione, mentre il 19,7% di coloro che già giocavano ha incrementato l’attività totale di gioco e questo è accaduto più frequentemente ai giovani, ai fumatori, ai consumatori di cannabis e a coloro che avevano un consumo rischioso di alcolici.
Al convegno è intervenuto anche il rappresentante di Alea, Maurizio Fiasco, che ha sollevato la questione della convergenza del gambling con il gaming. Nel primo, cioè nel gioco d’azzardo digitale, il denaro è lo scopo del gioco. Nel secondo, ovvero nel video gioco interattivo, il denaro è il mezzo per giocare. Ma le procedure di induzione alla dipendenza patologica sono assai simili. Il professor Fiasco sottolinea l’assenza della inibizione formale per i minori di anni 18 in questi ‘giochi’.
A sostegno degli studenti che presentano problemi col gioco, Assoutenti ricorda il Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo (TVNGA) – 800558822 messo a disposizione dall’Iss, che fornisce assistenza e sostegno per aiutare i giovani ad uscire dalla piaga delle problematiche legate al gioco d’azzardo.