Assoutenti all’ANIA: le distorsioni nella RC Auto sono ben altre

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L’ANIA non rinuncia a immaginare scenari apocalittici sulla RC Auto quando le compagnie di assicurazioni, negli ultimi sette anni hanno conseguito, in questo settore, oltre nove miliardi di utili, un record mondiale, e oltre cinquanta miliardi di profitti complessivi.

Sostenere che l’estensione della legge Bersani sia una sciagura che crea distorsioni nella mutualità e che mina, addirittura, la sicurezza stradale è una grottesca, irricevibile e velata minaccia.

Se proveranno ad aumentare indiscriminatamente i premi si faccia subito la portabilità dei certificati assicurativi, l’unica misura seria, già adottata in Francia con successo, e da noi per la telefonia mobile, che può aumentare la mobilità e la concorrenza in un settore dominato da quattro gruppi.

Le assicurazioni smettano di fare “come il bue che dà del cornuto all’asino” e inizino un percorso di serietà che può contribuire a migliorare il loro standing reputazionale e allargare un mercato assicurativo asfittico, privo di innovazioni di prodotto e processo, con prodotti sia nel settore danni, che nel settore vita senza clausole vessatorie che minano la fiducia dei consumatori.

Non sono infatti più accettabili lezioni dalle assicurazioni e da una l’autorità di vigilanza nota per essere l’anatra zoppa del sistema istituzioni di controllo indipendenti.

Non è tollerabile, in merito alla sicurezza tanto sbandierata, accogliere proclami da chi ha abbandonato, per sole ragioni di bottega, un tavolo istituzionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico sulle riparazioni a regola d’arte per riproporre vetusti accordi anticoncorrenziali.

Suscita gravi perplessità chi fa la morale sulla RC auto mentre, nel sonno della legge e della vigilanza, ha deciso di stabilire il rischio sulla base dei tracciati di una scatola nera venduta a caro prezzo e pensa ancora che il risarcimento diretto non abbia stravolto completamente il concetto di mutualità.

L’unico argomento che condividiamo con le compagnie è che c’è bisogno di una riforma organica, quella che le associazioni dei consumatori hanno presentato ai parlamentari e complementare a ciò che è stato recentemente approvato.

Si vada pertanto avanti su una riforma organica seria basata sui seguenti punti che consentirebbero più concorrenza, più mercato e più diritti:

  • Portabilità del certificato assicurativo (sul modello di quanto già accade nella telefonia), per ridurre i premi, visto l’ampio utile di cui godono le compagnie.

  • Eliminazione delle clausole limitative del risarcimento integrale, per evitare che la vittima di un incidente subisca indebite decurtazioni del danno.

  • Il contratto base per consentire finalmente ai consumatori di comparare le offerte per la sola RC auto.

  • Misure atte ad incentivare l’introduzione di operatori esteri così da incentivare la concorrenza.

  • Rottamazione del risarcimento diretto e ritorno ad un sistema di responsabilità civile pura, dove “chi rompe paga” e chi paga possa accertare con scrupolo il danno.

  • Riparazioni a regola d’arte ripartendo dalla norma della Legge sulla Concorrenza che prevedeva la costituzione di un tavolo tra ANIA, Riparatori e Consumatori.

  • Scatola nera: è necessario mettere mano a tutto l’impianto normativo che ne regola l’utilizzo per evitare che lo strumento, nato con finalità antifrode, venga utilizzato con finalità di pricing.

  • Riforma Autorità di Vigilanza: è anomalo aver passato le competenze in materia di assicurazioni alla Banca d’Italia. Occorre ripristinare il controllo del Parlamento, con rigorose procedure di selezione, nella nomina dei quadri apicali.

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