Messi in atto ostacoli al processo di liberalizzazione delle tariffe professionali
Il 22 maggio 2012 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha esaminato la segnalazione di un notaio di Milano in merito al verbale di una riunione del Consiglio notarile di Milano, dal quale emerge la volontà di effettuare un controllo sulla congruità delle tariffe praticate dai notai del distretto, anche ai fini di un eventuale procedimento disciplinare: in particolare si richiama il rispetto di “criteri di valutazione dell’adeguatezza del compenso alla prestazione, non discrezionali e nella sostanza equivalenti a quelli che avevano determinato i previgenti parametri tariffari”. Tale comportamento appare in contrasto con le leggi in materia, che hanno previsto una progressiva liberalizzazione delle tariffe, a partire dal c. decreto Bersani 1; da ultimo, il decreto legge n. 1 del 2012 esclude anche la possibilità di configurare un illecito disciplinare in caso di mancato rispetto delle tariffe: la decisione del Consiglio rappresenterebbe perciò una illegittima restrizione della concorrenza nel settore 2.
Lo stesso provvedimento è stato assunto il 12 giugno 2012 nei confronti del Consiglio notarile di Bari (il Tar del Lazio ha respinto il ricorso cautelare, sottolineando la prevalenza dell'interesse pubblico a verificare l'eventuale violazione della legge rispetto all'interesse privato della tutela dell'immagine del Consiglio 3) e del Consiglio notarile di Verona.
Il 13 giugno 2013 il sito dell’Autorità ha dato notizia dell’esito dei procedimenti in esame, che fa seguito alla decisione assunta a marzo scorso confronti del Consiglio notarile di Lucca. In tutti e tre i casi, l’Agcm – dopo aver ascoltato i rappresentanti dei Consigli notarili interessati – ha valutato che i comportamenti messi in atto (delibere, circolari etc 4) avevano determinato una riduzione della concorrenza, punibile ai sensi della normativa antitrust, in quanto volte a reintrodurre surrettiziamente le abrogate tariffe professionali e a prevedere il ricorso all’azione disciplinare nei confronti dei notai che si discostassero eccessivamente da tali parametri tariffari: come sostenuto anche dalla Cassazione “la tariffa non è di per sé garanzia della qualità della prestazione”.
In conclusione, l’Agcm ha deliberato sanzioni pari a 99mila euro per il Consiglio notarile di Milano, 10mila euro per quello di Bari e a 20.500 euro per il Consiglio notarile di Verona, calcolate sulla base dei contributi associativi dovuti dai notai dei distretti di riferimento per le attività notarili.
12 giugno 2012 (aggiornamento del 14 giugno 2013)
1 Cfr. decreto legge n. 223 del 2006, relativo a tutte le professioni, inclusa quella dei notai, secondo l’interpretazione confermata dalla Cassazione (sentenza n. 3715 del 2013).
2 Vedi il procedimento I749, provvedimento n. 23606 del 2012.
4 Nel caso del Consiglio notarile di Milano, la delibera che interveniva in materia di tariffe era stata revocata nell’aprile del 2013. Anche gli altri Consigli avevano modificato i propri indirizzi dopo l’apertura del procedimento da parte dell’Antitrust.