Prevenzione senologica: perché è fondamentale rompere i tabù e parlarne senza paura

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#TeenFormo progetto realizzato grazie ad un contributo offerto dalla Susan G. Komen Italia – APS

Prevenzione senologica: perché è fondamentale e perché bisogna parlarne senza tabù

Cosa si intende per prevenzione

Con il termine prevenzione si indica un insieme di azioni, attività e interventi che hanno l’obiettivo di proteggere e promuovere la salute delle persone, riducendo i rischi e intercettando eventuali criticità prima che diventino gravi.

Cos’è la prevenzione senologica e perché è importante

La prevenzione senologica comprende tutte le pratiche, i controlli e gli esami utili a monitorare lo stato di salute del seno e a individuare tempestivamente eventuali anomalie. È un pilastro fondamentale nella tutela della salute delle donne e permette di aumentare significativamente le possibilità di cura e sopravvivenza.

Poiché i fattori di rischio cambiano con l’età, è importante seguire un percorso di prevenzione regolare e personalizzato.

Secondo i dati più recenti, in Italia si registrano circa 53.065 nuovi casi di tumore al seno ogni anno, pari al 30,3% di tutte le diagnosi oncologiche femminili. L’aumento riguarda diverse fasce d’età: under 50 (+1,6%), 50-69 (+0,7%) e over 70 (+2%).
Nonostante l’incidenza cresca, la mortalità si è ridotta del 16,2% tra il 2006 e il 2021, grazie a diagnosi precoce e trattamenti più efficaci.

Però, questi progressi possono continuare solo se la prevenzione diventa una pratica normale e condivisa. E proprio qui entra in gioco un tema complesso: i tabù che ancora impediscono a molte donne di prendersi cura della salute del proprio seno.

I principali tabù che ostacolano la prevenzione senologica

  1. Il corpo femminile vissuto come tabù
    Il seno, spesso caricato di significati simbolici o sessualizzato dai media, può generare imbarazzo nel parlarne o nel sottoporsi a controlli clinici, soprattutto con medici uomini.

  2. La paura della malattia e delle trasformazioni fisiche
    Il timore di una diagnosi o della mastectomia blocca molte donne, che evitano controlli per paura di perdere la propria femminilità.

  3. Il falso mito dell’immunità in giovane età
    L’idea che il tumore al seno riguardi solo donne sopra i 50 anni è pericolosa: negli ultimi 30 anni i casi sotto i 40 anni sono quasi raddoppiati e oggi il 20% delle diagnosi interessa donne giovani (oltre 11.140 nuove pazienti l’anno).

  4. La cultura del silenzio in famiglia e nella società
    Vergogna, superstizioni e mancanza di dialogo generano disinformazione, ritardi diagnostici e scarsa consapevolezza.

  5. Barriere economiche, culturali e sociali
    La prevenzione è percepita da alcune persone come un privilegio o un problema distante, soprattutto senza campagne informative inclusive.

Le conseguenze dei tabù sulla salute pubblica

La mancanza di informazione e di dialogo ha impatti seri:

  • Diagnosi tardive, con malattia più difficile da trattare

  • Maggiore sofferenza umana e costi clinici più elevati

  • Disuguaglianze sanitarie a danno delle fasce più fragili

Superare i tabù significa quindi salvare vite e migliorare la qualità della vita.

Buone pratiche per rompere i tabù e normalizzare la prevenzione

  • Educazione precoce: introdurre il tema nelle scuole, insegnando conoscenza del corpo e auto-ascolto

  • Dialogo nelle famiglie: normalizzare parole come seno, visita, prevenzione

  • Ambienti di lavoro attivi: aziende che organizzano incontri informativi e screening

  • Ruolo di media e associazioni: comunicazione responsabile, storie reali, linguaggio inclusivo

  • Iniziative e campagne sul territorio: come Race for the Cure, #PronteAPrevenire, visite gratuite e incontri aperti

La prevenzione senologica non è un argomento privato o scomodo, ma una responsabilità collettiva.
Parlarne senza vergogna, ascoltare il proprio corpo e fare controlli regolari non è un atto di paura, ma un gesto di amore verso la propria vita. Riguarda anche me? SI!!!!
Perché parlare salva. Il silenzio no.

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