L’intelligenza artificiale è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, accessibile a tutti anche senza una ricerca specifica. Scopri perché è importante utilizzarla in maniera consapevole, i rischi di un uso sconsiderato e come proteggere i tuoi diritti come consumatore.
L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una presenza costante nelle nostre vite. Non dobbiamo più cercarla attivamente. Ad esempio quando usiamo le app di messaggistica instantanea, su alcuni cellulari, gli aggiornamenti di WhatsApp hanno già integrato una chat apposita con l’IA di Meta, oppure quando facciamo una ricerca su Google, se ci avete fatto caso, nei primi risultati del motore di ricerca appare una sorta di simbolo a forma di stellina azzurra con la scritta AI OVERVIEW in cui il testo generato, che fornisce la risposta alla nostra domanda, è frutto dell’intelligenza artificiale.
Se prima per utilizzarla dovevamo essere noi a cercarla, adesso è fruibile in maniera semplice e immediata da tutti.
In questo articolo esploreremo come l’IA ci aiuti a semplificare e velocizzare tanti dei nostri quesiti e tante nostre azioni quotidiane, ma anche come, come ogni tecnologia potente, porti con sé sia grandi opportunità che rischi.
I benefici dell’Intelligenza Artificiale: un alleato nella vita di tutti i giorni
L’IA può migliorare molte delle attività che facciamo ogni giorno, come la ricerca di informazioni o l’accesso a servizi. Ad esempio, ci aiuta a tradurre lingue straniere, a fare acquisti online con suggerimenti personalizzati, o anche a ricevere assistenza automatica quando abbiamo un problema con un servizio. In molti casi, queste applicazioni ci fanno risparmiare tempo e rendono la nostra vita digitale più facile ed efficiente. L’IA può essere davvero utile anche in ambito medico, dove viene utilizzata per analizzare dati e aiutare i medici a fare diagnosi più precise.
I rischi dell’Intelligenza Artificiale: quando l’uso imprudente può causare problemi, il caso di Michale Cohen.
L’intelligenza artificiale non è però perfetta, e un suo utilizzo poco attento può causare problemi. Un esempio concreto è quello che ha visto coinvolto Michael Cohen, ex avvocato di Donald Trump, che nel 2023 ha ammesso di aver usato un’IA per generare citazioni giuridiche false. Questo non è un caso isolato anche in altre situazioni documentate è stata usata l’IA per creare contenuti che sembravano veritieri, ma che in realtà erano sbagliati. L’IA, infatti, non è in grado di capire se quello che scrive è giusto o sbagliato. Funziona semplicemente generando risposte che sembrano plausibili, ma che potrebbero non essere affatto accurate.
Questo tipo di errore è chiamato “allucinazione dell’IA”, e può essere pericoloso se non si è consapevoli del fatto che l’intelligenza artificiale non è infallibile.
Non è una macchina che “pensa” come noi: elabora dati, ma non ha la capacità di ragionare e discernere tra il vero e il falso.
L’importanza della consapevolezza digitale
Proprio per questi rischi, è fondamentale che ogni consumatore impari a usare l’IA in modo consapevole. Non basta fidarsi ciecamente delle risposte che riceviamo, ma dobbiamo sviluppare un senso critico. In questo contesto crediamo che sia fondamentale anche parlare di intelligenza artificiale anche nelle scuole. L’IA non deve essere demonizzata, ma deve essere conosciuta e compresa. Solo così può essere sfruttarla al meglio.
Le scuole sono il luogo ideale per insegnare alle nuove generazioni a usare l’IA in modo responsabile, per prepararle a un futuro in cui queste tecnologie saranno sempre più presenti. In questo ultimo periodo infatti sta rapidamente conquistando spazio nelle aule scolastiche, generando un acceso dibattito tra educatori e dirigenti scolastici.
La questione centrale riguarda il delicato equilibrio tra l’integrazione di questi strumenti innovativi e la salvaguardia di un apprendimento autentico e significativo. Come evidenziato da più parti, “l’IA è ormai una realtà” che richiede un approccio consapevole e una formazione specifica soprattutto per il corpo docente che dovrà poi trasferire agli studenti gli strumenti per utilizzarla al meglio.
Secondo Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, “è essenziale che gli utenti e i consumatori sviluppino una consapevolezza digitale. L’IA è uno strumento, non una fonte di verità assoluta. La responsabilità umana e la cultura giuridica restano fondamentale per evitare abusi e danni, specialmente quando si tratta di informazioni centrali per la vita dei cittadini. Per proteggere i consumatori, è fondamentale che le aziende e le istituzioni implementino politiche di trasparenza nell’uso delle tecnologie. È altrettanto importante che gli utenti siano educati a riconoscere i rischi e a sviluppare un senso critico nell’uso di questi strumenti. La responsabilità deve essere condivisa: l’IA deve essere accompagnata da formazione e da un’adeguata regolamentazione. In un’epoca dominata dagli algoritmi, il diritto alla verità è la nuova frontiera della libertà”.
Serve avviare un processo partecipativo una sorta di codice etico (algoretica) del machine learnig delle macchine perché come abbiamo ampiamente esposto, l’intelligenza artificiale è una risorsa straordinaria, ma il suo potenziale dipende da come la usiamo. Non è uno strumento infallibile, e i consumatori devono esserne consapevoli.
Assoutenti continuerà a monitorare l’evoluzione dell’IA, promuovendo una cultura della consapevolezza digitale e tutelando i diritti dei consumatori.
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