Televisioni,decoder,digitale, switch off

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E’ indispensabile garantire una corretta informazione ai consumatori sulle tappe del nuovo processo


 Il passaggio dalla televisione analogica alla televisione digitale è stato un processo molto complesso dal punto di vista tecnico e ha comportato notevoli disagi a tanti cittadini sia in termini di qualità del servizio (visione a scatti, canali introvabili etc) sia per i costi sostenuti per l’acquisto dei decoder (talvolta di scarso valore e quindi non idonei) e la sistemazione delle antenne, oltre al problema di dover familiarizzare con una pluralità di telecomandi (fatto gravoso per le persone più anziane).

Il Governo Monti ha fissato lo scorso anno una nuova scadenza: dal 1° gennaio 2015, i televisori in commercio dovranno permettere la ricezione delle emittenti televisive che trasmettono con uno standard differente (DVB-T2) e dal successivo 1° luglio solo questo tipo di televisori potranno essere venduti 1. La ragione di tale scelta va trovata nella necessità di disporre di nuovi canali (una parte di quelli esistenti sarà destinata a tablet, smartphone etc), garantiti dal formato DVB-T2 (che sostituirà il DVB-T), in grado anche di supportare programmi ad altissima definizione, come il c.d. "4k" da 4096×3112 pixel e le trasmissioni in 3D.

La scelta del Governo comporta precisi obblighi a carico degli operatori del settore (produttori e broadcaster) al fine di adeguarsi al nuovo standard; si tratterà però di un processo molto lento e graduale: la disponibilità dei televisori con il decoder DVB-T2 integrato non permetterà infatti di avere a disposizione immediatamente nuovi servizi, perché occorrerà attendere che gli operatori effettuino la necessaria sperimentazione, risolvendo problemi tecnici e di investimento di non facile soluzione. Proprio per questo occorre evitare il rischio di una possibile “corsa” ingiustificata all’acquisto dei nuovi televisori, magari su impulso di un’efficace campagna pubblicitaria di qualche casa produttrice, interessata ad aumentare le proprie vendite in una fase di crisi del mercato. Chi “deve” acquistare una nuova tv (ad esempio perché la precedente è fuori uso) dovrà valutare la presenza dello standard DVB-T2, in modo da non fare un investimento tecnologicamente superato. Ma gli altri devono procedere con estrema cautela: va sottolineato anche il fatto che, in ogni caso, il "vecchio" standard continuerà a funzionare ancora per molti anni e che per vedere i canali trasmessi col DVB-T2 ci si potrebbe limitare a sostituire una scheda o a comprare un altro decoder esterno.

L’Autorità garante delle comunicazioni, su sollecitazione delle associazioni dei consumatori, ha avviato da tempo una riflessione sulla necessità di garantire una corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti esistenti sul mercato e consentire così agli utenti di acquistare il ricevitore digitale più adatto alle proprie esigenze, evitando spese del tutto ingiustificate 2. Il sito dell’Autorità consente già ora di disporre di una prima selezione di apparecchi, suddivisi in sei classi: da quelli della classe 6 che hanno le sole funzioni minime essenziali (sono comunque esclusi i c.d. “zapper” che non prevedono neanche l’ordinamento automatico dei canali) fino ai più avanzati, appartenenti alla classe 1, che consentono l’alta definizione, la predisposizione per la paytv e la ricezione di almeno tre piattaforme (tra digitale, satellitare, IP-TV e Web –tv). Dovrebbe essere attribuita una categoria plus per gli apparecchi delle classi da 1 a 6 dotati di un sintonizzatore/decodificatore digitale terrestre in standard DVB-T2/MPEG.

Il numero della classe di riferimento dello specifico apparecchio saranno visualizzabili sugli involucri e sugli apparecchi e i singoli prodotti saranno esposti al pubblico in modo da facilitare la scelta da parte degli utenti.

Sono in corso di definizione nuove campagne informative, in collaborazione con le associazioni dei consumatori, per garantire una maggiore informazione ed assistenza agli utenti, in particolare presso i punti vendita delle diverse città italiane. Su questo sito pubblicheremo ogni utile approfondimento di queste tematiche, soprattutto per consentire scelte pienamente consapevoli da parte dei consumatori ed evitare il ripetersi dei disagi connessi al precedente switch off.



1 Vedi l’art.3 quinquies, comma 5, della legge n. 44 del 2012. I nuovi televisori devono altresì consentire la visualizzazione dei programmi con codifica MPEG-4 (o successive evoluzioni approvate nell’ambito dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni).

2 Vedi la delibera n. 255/11/CONS.