PagoPa: pagamenti digitali e pubblica amministrazione

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PagoPa è una piattaforma creata nel 2019 e gestita dalla società PagoPa s.p.a. (partecipata dallo Stato) con lo scopo di incentivare e rendere fruibili, comodi e rapidi i pagamenti di imposte, tributi, rette e, in generale, prestazioni erogate dalle pubbliche amministrazioni comprese le aziende pubbliche, le scuole, le università e le ASL.

E’ possibile utilizzare PagoPa attraverso i canali digitali: il sito dell’ ente creditore, la propria piattaforma di homebanking, le app o i servizi di pagamento online (anche se non si è loro cliente).

Aderiscono a PagoPa le principali banche italiane e molte pubbliche amministrazioni.

Come detto in precedenza, esistono varie modalità attraverso le quali è possibile effettuare pagamenti con PagoPa. La condizione essenziale è ovviamente che la banca o l’ intermediario finanziario e l’ ente creditore (la pubblica amministrazione) siano entrambi soggetti aderenti alla piattaforma.

La prima modalità è pagare tramite il sito o l’ app dell’ ente creditore: l’ utente potrà accedere al sistema PagoPa, attivare la richiesta di pagamento ed effettuare la transazione con carta di credito, di debito o prepagata o attraverso specifiche app; potrà inoltre scegliere il prestatore dei servizi di pagamento che ritiene più conveniente.

Altra modalità è quella per cui l’ utente attiva la procedura accedendo dal sito del prestatore dei servizi di pagamento (la banca) con il suo homebanking; con lo smartphone c’è anche l’ opportunità di utilizzare le diverse app.

E’ poi prevista la possibilità di svolgere le transazioni attraverso i servizi di pagamento online, anche se il cittadino non è loro cliente.

Anche l’ app IO può essere utilizzata per effettuare pagamenti sulla piattaforma PagoPa e pure in questo caso c’è l’ opportunità di scegliere il prestatore di servizi più conveniente.

A proposito dei prestatori di servizio occorre tenere ben presente il fatto che questi applicano delle commissioni; per questo è importante valutare bene quale prestatore scegliere. Sul sito pagopa.gov.it è possibile effettuare delle simulazioni introducendo l’ ipotetico importo, il canale e il metodo di pagamento; il sistema elencherà i diversi prestatori con l’ indicazione dei costi in modo che il cittadino possa fare una scelta consapevole.

Fin qui i canali online. Non bisogna dimenticare, però, che PagoPa offre la possibilità di sfruttare anche i canali fisici: filiali di banche, uffici postali, punti di posta privata ed esercizi commerciali convenzionati (tabaccherie, ricevitorie, farmacie…).

E’ importante sottolineare che le pubbliche amministrazioni sono obbligate ad aderire alla piattaforma “PagoPa”. Infatti, l’ art. 15, comma 5 bis del decreto-legge n. 179 del 2012 stabilisce che: “ Per il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione econtenimento della spesa pubblica in materia informatica ed al finedi garantire omogeneita’ di offerta ed elevati livelli di sicurezza,le amministrazioni pubbliche devono avvalersi per le attivita’ diincasso e pagamento” di un’ apposita piattaforma tecnologica (PagoPa), e delle piattaforme di incasso e pagamento dei prestatori di servizi di pagamento abilitati.

Inoltre, l’ art. 65, comma 2 del decreto legislativo n. 217 del 2017 stabilisce che i prestatori di servizi di pagamento devono aderire al sistema a partire dal 28 febbraio 2021, mentre gli enti pubblici entro la stessa data sono stati chiamati a integrare i loro sistemi di incasso con la piattaforma PagoPa.

La “deadline” è stata dunque la data del 28 febbraio dello scorso anno.

Tuttavia si discute sull’ effettiva obbligatorietà dello strumento per le PA, anche perché, nel novembre 2020 si è pronunciata in materia l’ Autorità garante della concorrenza e del mercato. In particolare, nel parere emanato, l’ Antitrust, partendo dal quadro normativo fa riferimento da una parte all’ obbligo, per le PA e per i prestatori di servizi di pagamento, di accettare e utilizzare la piattaforma di pagamento PagoPa, ma dall’ altra evidenzia, tra l’ altro, il fatto che vi è incertezza al riguardo in quanto le linee guida dell’ “Agenzia per l’ Italia digitale” (AGID), stabiliscono che gli enti creditori possono affiancare a PagoPa anche altri strumenti quali modello F24 e Sepa Direct Debit (ossia la domiciliazione bancaria).

Addirittura, il decreto legge n. 34 del 2020, all’ art. 118-ter stabilisce che “Gli enti  territoriali  possono,  con  propria  deliberazione,

stabilire una riduzione fino al 20 per cento delle aliquote  e  delle

tariffe delle proprie entrate tributarie e patrimoniali,  applicabile

a condizione che il soggetto passivo obbligato provveda ad  adempiere

mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento

su conto corrente bancario o postale.”

Viene così sancito un incentivo per i consumatori a utilizzare una forma di pagamento alternativa a PagoPa.