La pubblicità di un superabbronzante della Collistar

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L’Antitrust considera ingannevole la pubblicità del cosmetico

 

Il 23 marzo 2011 l’Autorità garante della concorrenza ha esaminato la campagna pubblicitaria – cartelloni stradali, inserzioni sulla stampa, messaggi internet, spot radiofonici, messaggi sulle confezioni – di un cosmetico della società Collistar, appartenente alla Bolton, importante gruppo che produce e commercializza prodotti cosmetici, di profumeria e igienici 1.

La pubblicità riguarda il Superabbronzante intensivo ultra-rapido, speciale week-end e sole poco intenso, della linea Speciale abbronzatura perfetta, presentato come capace di garantire una veloce ed intensa abbronzatura: “Unico nel suo genere, questo innovativo solare segna un decisivo passo avanti nel campo degli abbronzanti. La sua innovativa formulazione è infatti in grado di accelerare e potenziare fino a 71,5% l’abbronzatura”; il messaggio sulla stampa reca in grande evidenza la scritta “Novità assoluta: abbronzatura più rapida e intenza 71,5%”.

L’Antitrust, anche alla luce della perizia dell’IFO (Istituti fisioterapici ospedalieri), afferma che l’efficacia enfatizzata nella pubblicità non trova un’adeguata corrispondenza nella documentazione scientifica presentata dalla Collistar: in particolare, è emerso che solo uno dei venti volontari sottoposti all’indagine ha raggiunto un massimo di abbronzatura del 71,5% mentre la media dell’incremento è stati pari al 42% di incremento (quest’ultimo valore è sì indicato nella pubblicità ma con caratteri molto ridotti): secondo l’Antitrust, non è corretto rappresentare in questi termini il valore massimo risultante dalle sperimentazioni quale specifico vanto prestazionale di un prodotto cosmetico. L’IFO ha anche avanzato rilievi sulla rappresentatività del campione utilizzato dall’azienda.

L’Agcm ritiene inoltre scorretto il riferimento ad una autorizzazione rilasciata dalla Food and Drug Administration american sul mix di filtri presenti nel prodotto solare: in questo modo la Collistar ha lasciato intendere, in modo non rispondente al vero, che il suo prodotto è stato validato da un organismo pubblico straniero di grande prestigio.   

In conclusione, l’Agcm ha applicato una sanzione di 100.000 euro.

Se vuoi avere altri esempi di pratiche scorrette in materia di cosmetici leggi questa scheda di Assoutenti .

 

11 aprile 2011



1 Vedi il procedimento PS6131, provvedimento n. 22233, pubblicato sul Bollettino dell’Agcm n. 12/2011.