IVASS, Assoutenti: non può essere un hobby di Banca d’Italia

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COMUNICATO STAMPA – Economia – 1 luglio 2021

IVASS, ASSOUTENTI NON PUO’ ESSERE UN HOBBY DI BANCA D’ITALIA

Relazione annuale senza concrete proposte per consentire una crescita del mercato. Urge una riforma della vigilanza delle assicurazioni

L’asettica e algida relazione annuale dell’IVASS dimostra come l’istituto sia “l’Anatra zoppa” degli organismi di vigilanza. Le assicurazioni – spiega Assoutenti – rappresentano quasi 8% del prodotto interno lordo, scontano una crisi di fiducia nel settore danni, se è vero, come è vero, che in tale settore il fatturato è meno della metà della Francia e un terzo della Germania. Al contrario abbiamo una esposizione anomala di vendite di polizze Unit Linked e Index Linked assimilabili a prodotti finanziari rischiosi e venduti prevalentemente da canali bancari.

“Su tale allocazione sbilanciata dei portafoglio assicurativo- sostiene Furio Truzzi, presidente di Assoutenti – anche chi dovrebbe vigilare ha il suo margine di responsabilità. L’attuale IVASS non può essere una succursale della Banca d’Italia presieduta per legge dal suo Direttore Generale che, per ovvie ragioni, non può che trattarla alla stregua di un “hobby”. L’IVASS deve smettere di diffidare della capacità di giudizio dei consumatori che, lo ricordiamo, sono sovrani del mercato presentando ritualmente al legislatore programmi e proposte assimilabili, per non dire speculari, al vigilato”.

“Chiediamo con forza – sostiene Truzzi – una riforma radicale della governance dell’organismo di vigilanza e la possibilità di controllare, sulla base delle migliori esperienze internazionali, gli atti di vigilanza eliminando un assurdo ed assoluto segreto istruttorio. E’ inoltre necessario chiedere e pretendere una severa vigilanza nella elaborazione delle informative precontruattuali, nella chiarezza e trasparenza dei contratti e delle condizioni generali. Contratti “monstre” di centinaia di pagine non avvicinano di certo l’assicurato alla piena comprensione ed assimilazione del prodotto acquistato e soprattutto delle numerose insidie che può nascondere. A tal proposito lanceremo l’iniziativa “contratti a km0” – aggiunge Truzzi.

Per quanto riguarda la RC Auto si richiede inoltre di disboscare il mercato da clausole contro la legge che limitano il diritto di scelta del danneggiato, di superare l’esperienza fallimentare dell’indennizzo diretto. Si chiede inoltre la portabilità del certificato assicurativo come è stata adottata in Francia, come è successo per i telefonini.

Si ritiene urgente ed improcrastinabile una misura che possa agevolare la chiusura delle oltre 200.000 cause radicate nei tribunali italiani che oltre ad ingolfare la già disastrata giustizia italiana consentirebbero ai danneggiati di ottenere oltre 5 miliardi di euro di risarcimenti bloccati a causa delle lentezze e le lungaggini delle procedure.

E a tutela dei soggetti più deboli, le vittime della Strada, che il legislatore deve vigilare sull’applicazione delle tabelle di Milano ed evitare derive involutive.

Con dieci miliardi di utili nel settore RC Auto negli ultimi otto anni, un tasso di concentrazione elevatissimo delle compagnie, è urgente liberare le forze del mercato per consentire al consumatore di essere pienamente sovrano nelle scelte, di poter comunicare il suo livello di soddisfazione, di poter godere di servizi liquidativi efficienti e di un organismo di vigilanza che tuteli i soggetti deboli.

Queste le richieste dei consumatori che si spera possano trovare accoglimento in questo scampolo di legislatura.

PROPOSTE SINTESI

  • Portabilità del certificato assicurativo (sul modello di quanto già accade nella telefonia), per ridurre i premi, visto l’ampio utile di cui godono le compagnie.
  • Arbitro assicurativo: d’accordo con l’Istituto se gestito dall’Antitrust
  • Credito di imposta o supervalutazione delle riserve per chiusura di posizioni radicate in giudizio: concedere al debitore, in questo caso le assicurazioni, un credito di imposta direttamente proporzionale all’importo da risarcire e inversamente proporzionale al livello di radicamento in giudizio con lo scopo di liberare i tribunali da centinaia di migliaia di cause civili pendenti.
  • Accorciamento termini di legge e sanzioni: per le pratiche già istruite e mature per la liquidazione non vi devono essere dilazioni termini di pagamento o mancate sanzioni da parte dell’Organismo di Vigilanza.
  • Eliminazione delle clausole limitative del risarcimento integrale, per evitare che la vittima di un incidente subisca indebite decurtazioni del danno.
  • Misure atte ad incentivare l’introduzione di operatori esteri così da incentivare la concorrenza.
  • Rottamazione del risarcimento diretto e ritorno ad un sistema di responsabilità civile pura, dove “chi rompe paga” e chi paga possa accertare con scrupolo il danno.
  • Riparazioni a regola d’arte ripartendo dalla norma della Legge sulla Concorrenza che prevedeva la costituzione di un tavolo tra ANIA, Riparatori e Consumatori.
  • Scatola nera: è necessario mettere mano a tutto l’impianto normativo che ne regola l’utilizzo per evitare che lo strumento, nato con finalità antifrode, venga utilizzato con finalità di pricing
  • Riforma Autorità di Vigilanza: è anomalo aver passato le competenze in materia di assicurazioni alla Banca d’Italia. Occorre ripristinare il controllo del Parlamento, con rigorose procedure di selezione, nella nomina dei quadri apicali.
  • Riforma del Fondo Vittime della Strada: riforma dei criteri di assegnazione delle concessioni, obbligo di rotazione, premialità nella velocità di accertamento e liquidazione