Il Consiglio di Stato conferma sanzione per 3,2 milioni di euro all’Eni

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La società era stata sanzionata nel 2008 dall’AEEG per mancato rispetto degli obblighi informativi a tutela dei propri clienti

 

Nel 2008 l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG) ha sanzionato Eni con una multa di 3,2 milioni di euro 1.
La società è stata considerata responsabile di violazione delle disposizioni della stessa AEEG 2 in base alle quali l’esercente ha l’obbligo di informare il cliente che ha maturato il diritto alla rateizzazione della bolletta, della concreta possibilità di ottenere la rateizzazione e delle modalità da seguire. La società si era infatti limitata ad un generico avviso sulla possibilità di ottenere rateizzazioni della bolletta, mentre finalità della norma è quella di porre a carico dell’esercente l’individuazione in concreto dei soggetti che appartengono a quelle specifiche categorie di soggetti che hanno tale possibilità (ad esempio i clienti cui sia chiesto di versare un conguaglio a causa di un ritardo nella lettura dei contatori). Con tale grave condotta l’Eni ha ostacolato per un lungo periodo di tempo (dicembre 2004-settembre 2007) il concreto esercizio di un diritto dell’utente. E già in precedenza l’Eni era stata sanzionata per lo stesso motivo 3. Solo a partire da dicembre 2007 tale indicazione è stata riportata esattamente nelle bollette degli aventi diritto.
Nel 2009, il Tar della Lombardia ha confermato la decisione dell’AEEG, limitandosi a ridurre del 10 per cento l’entità della sanzioni 4.
Nel 2012, il Consiglio di Stato, pronunciandosi definitivamente sulla vicenda, ha ripristinato l’originaria sanzione sottolineando la diligenza richiesta agli operatori che esercitano il servizio di distribuzione del gas per attenuare la situazione di asimmetria informativa tra le parti; nel caso in esame, il comportamento dell’azienda ha determinato di fatto un numero assai limitato di richieste di rateizzazione 5.
 
20 giugno 2012


1 Cfr. la delibera VIS 40 del 14 aprile 2008.
2 delibera n. 229 del 2001.
3 Vedi delibera n. 216 del 2005.
4 Vedi sentenza del Tar della Lombardia n. 1971 del 2009.
5 Cfr. la sentenza n. 3583 del 2012.