COSTI DEI CONTI CORRENTI E INFLAZIONE

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Assoutenti Lazio è promotrice del progetto Consumatori Today, realizzato nell’ambito del programma generale di intervento della Regione Lazio, c.d. Mise 9 con l’utilizzo del fondi del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi del DM 10/8/2020. Le associazioni partner sono Adusbef Lazio, Codacons Lazio e Mdc Lazio

A cura di Adusbef,

Nel 2022 abbiamo registrato l’ 8,1% di inflazione media annua. Si tratta dell’ aumento più cospicuo dal 1985.
A dicembre, in particolare, l’ aumento è stato dell’ 11,6% su base annua. Questa “fiammata” dei prezzi è dovuta soprattutto ai prodotti energetici, ma come è facile intuire, il fenomeno ha ripercussioni importanti su tutti i settori con conseguenze sull’economia delle imprese e delle famiglie italiane; se consideriamo i dati relativi alle somme di denaro depositate sui conti correnti, notiamo che, dopo anni in cui i depositi sono aumentati – arrivando all’ ammontare di quasi 1.180 miliardi di euro nei primi 7 mesi del 2022 – da luglio a novembre dello scorso anno c’ è stato un calo di circa 18 miliardi di euro, segno di una riduzione della capacità dei correntisti di accumulare denaro.

L’ aumento generalizzato dei prezzi nel 2022 si riflette non solo sulla capacità di risparmiare, ma anche sulle spese che i correntisti devono affrontare per la gestione dei loro conti.  L’ultima indagine della Banca d’ Italia sui costi dei conti correnti, relativa al 2021, evidenzia che la spesa per la gestione del conto ammontava a 94,7 euro contro i 90,9 del 2020.

L’ aumento riguardava sia le spese fisse che quelle variabili; le 2 tipologie di costo contribuivano rispettivamente per il 73,4% e per il 26,6%.  Si verificava anche un incremento dei costi dei conti online, che passavano da 21,5 a 24,3 euro; infine, si accrescevano anche le spese per i conti postali da 53 a 58 euro. Questa tendenza, già in atto nel 2021, si è consolidata nel 2022, anno in cui l’ inflazione è fortemente aumentata.

A questo proposito è interessante analizzare i dati dell’ Osservatorio di ConfrontaConti.it e SOStariffe.it.

A gennaio 2023 la spesa per la gestione di un conto corrente tradizionale è aumentata in media del 7% rispetto a febbraio 2022 attestandosi a circa 131 euro annui, contro i 122 del 2022; per i conti online – che rimangono comunque più convenienti – l’ aumento medio è del 20% e si arriva a un massimo del 26%: in media a febbraio 2022 si spendevano 53 euro, mentre a gennaio di quest’ anno il costo è di 64 euro.

Per quanto riguarda le carte di credito e di debito, lo scenario è più diversificato: il canone annuo per le carte di credito è aumentato – sempre da febbraio 2022 a gennaio 2023 – del 2,72% per le banche tradizionali ed è sceso per le banche digitali del 2,88%.  Invece il canone annuo delle carte di debito rimane stabile per le banche online e diminuisce del 20,42% per quelle tradizionali. Né  si può pensare che le banche aumentino di iniziativa una remunerazione dei depositi tale da permettere un minimo di rientro dalle spese di tenuta conto tramite una crescita del tasso di interesse.

Da molti anni ci siamo abituati a tassi di interesse sui depositi praticamente azzerati, vista l’inflazione prossima allo zero e addirittura momenti di deflazione. L’unica soluzione è trattare con la banca una revisione del tasso di remunerazione e una diminuzione di alcune voci di spesa.

Questa iniziativa è urgente soprattutto per quei conti con saldi consistenti, magari cresciuti nel periodo del Covid, quando la propensione a risparmiare è aumentata perché molti correntisti (almeno quelli che potevano) si sono astenuti dal fare spese consistenti durante la pandemia. Quindi, soprattutto alla luce di un saldo “interessante”, occorre  trattare con la direzione dell’agenzia sia un aumento del tasso di interesse sia una diminuzione di
commissioni passive e spese.

Stesse considerazioni per chi deve aprire un conto corrente: si contrattino tassi di remunerazione e commissioni passive. A tal proposito si consideri che i conti on line sono molto più economici di quelli classici, purché si sia in grado di operare autonomamente da casa tramite PC, smartphone ecc.

Ma quale banca scegliere? Si sa che le banche “piccole” tendono a curare i propri clienti più delle grandi, quindi sono più propense ad accogliere le sue richieste. Avendo però un minor numero di sportelli, possono creare problemi per chi viaggia ed usa molto il bancomat.