ALLARME ASSOUTENTI SUL CHIANTI – Prosegue l’inganno ai consumatori sui vini DOC

814

Si apprende solo in questi giorni che nel mese di dicembre la Guardia di Finanza ha sequestrato 10 milioni di litri di Chianti che non avrebbe rispettato il disciplinare di produzione. Secondo Il Sole 24 Ore si tratterebbe addirittura di vino di cattiva qualità. L’Assoutenti si costituirà parte civile in difesa dei consumatori nel processo in corso a Siena per frode in commercio

Con l’occasione segnala che questa notizia era stata mantenuta riservata, e lo stesso ex Ministro Zaia forse per mettere le mani avanti e non rovinare la festa del Vinitaly, ha tentato goffamente di minimizzare l’accaduto annunciando anzi una pretesa “tolleranza zero” contro questi abusi. Nello stesso tempo ha ammesso di essere al corrente della questione già da mesi e ha dichiarato che per i consumatori non ci sarebbero pericoli trattandosi “solo” di frode commerciale. Forse per questo aveva dimenticato di informare i consumatori?

 
Rimane difficile a questo punto capire cosa intenda Zaia per  “tolleranza zero”.
Piuttosto si dovrebbe parlare di una “tolleranza zero ma dai 10 milioni di litri in su”!
 
“Ed è giusto chiedersi – afferma Mario Finzi Presidente Assoutenti – quante altre cose nel mondo della certificazione di qualità dei prodotti agro-alimentari siano rimaste segrete nei mesi in cui Zaia è stato Ministro.”
 
Ai consumatori italiani, vittime periodiche di frodi commerciali, non resta che sperare nella Guardia di Finanza visto che anche in questo caso, come in quello del Brunello di Montalcino, l’istituto di certificazione non si è accorto di niente. A prescindere da chi sia il certificatore distratto, consorzi di produttori oppure organismi di loro diretta emanazione come il neo-istituto Valoritalia (51% Federdoc e 49% CSQA), resta il fatto che quando la certificazione è controllata direttamente o indirettamente dai produttori, dunque in totale assenza degli elementi di indipendenza e di terzietà, le garanzie per il consumatore sono assenti. Questa situazione che si protrae da anni e che si perpetua in particolare  Valoritalia è stata oggetto di una segnalazione alla Commissione Europea da parte della stessa Assoutenti (l’istruttoria è in corso). 
 
L’ex Ministro Zaia si è anche affrettato a rassicurare le autorità statunitensi affermando che nessuna partita del vino in questione è stata esportata negli USA. Potrebbe rassicurare anche i consumatori e i dettaglianti italiani dicendoci se e dove, invece, è stato commercializzato il Chianti taroccato?